IL BACIO DELLA DIONEA

(Mondadori, 2012)

È il 1° gennaio del 1900, la neve attutisce i rumori e copre di bianco le strade di Padova, illuminandola di una luce irreale. Ma l’incanto del paesaggio svanisce quando si scopre che il manto nevoso ha cancellato le tracce del piccolo Simone Costantini, scomparso quella stessa mattina. Gli ultimi ad averlo visto sono Giada Mantovani e il suo amico Riccardo… solo che non possono farne parola con nessuno. Giada è una tredicenne volubile e vivacissima, animata da una grande passione per le piante carnivore, che lei stessa cura in una piccola serra donatale dal padre – direttore dell’Orto Botanico cittadino. Proprio qui è avvenuto l’incontro misterioso tra Simone, Giada e Riccardo che segnerà per sempre le loro vite, costringendoli a separarsi.

Dieci anni dopo, però, il destino farà ritrovare Giada e Riccardo, che in breve approderanno al matrimonio e alla decisione di trasferirsi in Messico. È in questa terra dai colori abbaglianti e dai profumi intensissimi che, durante gli anni della rivoluzione, incontreranno Chris, un archeologo tanto intraprendente quanto privo di scrupoli, presto legato a Giada da un’inconfessabile attrazione, e poi l’affascinante Lucas Contreras, figlio di ricchi latifondisti, che con Giada è destinato a condividere un segreto molto particolare.

Come la bellissima e crudele dionea, la protagonista di questo romanzo sembra destinata a divorare tutto ciò che incontra sul proprio cammino, per poi richiudersi su se stessa. Ma la sua impassibile freddezza è solo apparente, e la verità palpitante dei sentimenti non è lontana, per chi sappia cercarla con la pazienza del giardiniere e il fervore del rivoluzionario.

Dalla caduta di Porfirio Díaz nel 1910 fino alle vicende della “Room 40” durante la Prima guerra mondiale, dall’Italia al Messico agli Stati Uniti, Cinzia Tani dà vita a un entusiasmante racconto storico, mescolando ai suoi protagonisti personaggi come Pancho Villa ed Emiliano Zapata, mettendo in scena le baracche impolverate della capitale come le ricche spedizioni degli stranieri nel Chiapas, tra bicchieri di mezcal e orchidee dai nomi sconosciuti, accompagnando la sua eroina e noi lettori in un viaggio emozionante e rivelatore: perché la soluzione dell’enigma di noi stessi è sempre più vicina di quanto pensiamo…